Data | 6-12 agosto | Equipaggiamento | Un cordino da 9 mm. lungo 5 metri e due moschettoni. |
Zona | Bressanone – Passo Rolle | Direttori gita | Giandario Frigo – Giancarlo Canevarolo |
Dislivello | 5700 m in salita –5410 m in discesa | Orario partenza | |
Difficoltà | EE | Mezzo di trasporto | Pullman |
Introduzione
Questo affascinante percorso tra i picchi delle Dolomiti Altoatesine e le guglie delle Pale di S. Martino sino alle vette Feltrine fu ideato da Mario Brovelli e realizzato con l’importante contributo di Sigi Lechner. L’itinerario collega idealmente Bressanone con Feltre, due cittadine ai piedi delle Alpi. L’alta via n° 2 (detta delle leggende) ripercorre per certi aspetti un’antica via transalpina, la Claudia Augusta Altinate, via romana di carattere militare che collegava L’Adriatico al bacino del Danubio. Nel suo percorso, da nord-ovest a sud-est, vengono attraversati numerosi gruppi Dolomitici quali la Plose, il Pùtia, le Odle, il Puez, il gruppo del Sella, le Pale di S. Martino, e le alpi Feltrine. Noi quest’anno ne percorreremo una parte abbastanza significativa: da Bressanone al Passo Rolle.
Programma
- Martedì 6 agosto – 1ª tappa: da Val Croce al Rif. Genova
Dislivello: 650 m in salita – 350 m in discesa – Tempo di percorrenza: ore 5
Discesi dal pullman riassetto zaini e partenza. Il primo strappo lo faremo in seggiovia da Bressanone a Valcroce, che ci consente di guadagnare due ore abbondanti di marcia. Da Valcroce (2012 m) per segnavia n° 17 (evitando di salire al Plose) proseguiamo per i prati di Propine, in falsopiano, sino ad incrociare l’itinerario n° 4 che scende dal Plose per il rifugio Schaetzer. Dopo la sosta seguiremo lo stesso itinerario verso il Sass de Pùtia, superando a nord le Odle di Eores, aggirando il Pùtia (2357 m) verso sud e scenderemo in breve per sentiero n°4 al rif. Genova (2297 m) per il meritato riposo. - Mercoledì 7 agosto – 2ª tappa: dal Rif. Genova, Rif. Firenze al Rif. Pùez
Dislivello: 850 m in salita – 670 m in discesa – Tempo di percorrenza: ore 9 circa
Questa mattina la partenza è fissata di buonora, dal rifugio Genova prendiamo il sentiero delle Odle, più lungo ma più facile. Il percorso è molto panoramico e bello e viene consigliato se problemi di ghiaccio o neve vetrata rendono difficile il passaggio della Furcia de Roà. Si imbocca il sentiero n° 35 sino al rif. Malga Brogles e da qui su sentiero n° 6 e n°23 arriviamo al rif. Firenze. A questo punto proseguiamo verso est con il sentiero n° 2 e n°3, al bivio per forcella Roà abbandoniamo il sent. n° 3 e seguiamo il n° 2 sino al rifugio Pùez (2475 m), dove pernotteremo. - Giovedì 8 agosto – 3ª tappa: dal rifugio Pùez al Rifugio F. Cavazza al Pisciadù
Dislivello: 570 m in salita – 460 m in discesa – Tempo di percorrenza: ore 5/6
Lasciando a destra il sentiero n° 14 che scende ripido in val Lunga, si prende il n° 2, molto ben segnato che, con andamento pianeggiante, s’inoltra in direzione sud-est nell’esteso e sconfinato altopiano deserto di roccia aperto verso orizzonti lontani, sullo sfondo verso sud-est campeggia la parete della Civetta. Dopo il bivio lasciamo a sinistra il sent. 15 che scende al rif. Gardeccia. Continuiamo su sent. n° 2 che, per breve canalone scende alla Forcella Ciampài (2366 m). Si prosegue prima in salita e poi su percorso pianeggiante al lago di Crespèina, breve sosta. Ora per ripida salita raggiungiamo il passo di Crespèina (2528 m), ancor più rapidamente discendiamo al Passo Cir (2469 m) e quindi, tra forcellette, grossi macigni e arditi pinnacoli, arriviamo al Passo Gardena (2121m). Dal passo per sent. 666 su dorsale erbosa, lastroni inclinati, lingue di neve e corde metalliche raggiungiamo il rif. Cavazza al Pisciadù (2585 m). - Venerdì 9 agosto – 4ª tappa: dal rif. Pisciadù al rif. Castiglioni alla Marmolada
Dislivello: 750 m in salita – 1280 m in discesa – Tempo di percorrenza: ore 6/7
Dal rifugio, per sentiero 666 (attrezzato in alcuni punti), si scende a costeggiare il piccolo lago Pisciadù, dirigendo il nostro passo a sud verso la sponda orientale del lago e sotto le pareti occidentali della cima del Pisciadù. Si continua per facili roccette attrezzate e si giunge alla Sella Val di Titta (2800 m). Salita facoltativa alla cima Pisciadù (2985 m), in circa mezzora su tracce di sentiero (esteso il panorama). Il sentiero prosegue raggiungendo in salita il desolato altopiano del Sella, lo attraversiamo scendendo a forcella d’Antersas (2861 m), dove il nostro itinerario si innesta nel sent. 647 e in discesa, aggirando la cima, arriviamo al rif. Boè (2871 m). Breve sosta e proseguiamo per sentiero 627 raggiungendo la forcella Pordoi (2950 m). Dalla forcella si scende su ghiaione fino a raggiungere un buon sentiero che ci porta al Passo Pordoi (2239 m). Il comodo sentiero del Viel del Pan ci porta all’omonimo rifugio (2432 m). Il percorso ora si restringe e continua verso est-sud-est contornando i ripidi fianchi del Belvedere, quindi per serpentine lungo i ripidi pendii erbosi arriviamo al passo Fedaia e al rif. Castiglioni (2044 m) dove pernotteremo. - Sabato 10 agosto – 5ª tappa: dal rif. Castiglioni al rif. Contrin, Passo delle Cirelle, rif. Fulciade, Passo S. Pellegrino
Dislivello: 1100 m in salita – 1200 m in discesa – Tempo di percorrenza: ore 7/8
Per oggi lasciamo l’alta via per un tratto fuori porta, dal rif. Castiglioni scendiamo verso nord-est per sentiero 605 inoltrandoci nel vallone del Pian Trevisan per arrivare a Penia, poco dopo svoltiamo a sinistra e risalendo la Val Contrin lungo il sent. n° 602 arriviamo all’omonimo rifugio (2016 m). Dal rifugio, lungo il sent. 607, lasciando a destra malga Contrin si sale in direzione sud-est e per un ripido gradone si perviene ad una conca (a sinistra la diramazione per Passo Ombretta), si piega verso ovest e si risale un ampio vallone di sfasciumi raggiungendo un varco sulla cresta: Passo delle Cirelle (2683 m). Ora sci scende verso sud in un circo detritico abbastanza ripido, ma con gradevole scivolata su ghiaia minuta. Prima della fine del ghiaione, a sinistra di grossi massi, saltiamo sull’erba. Quindi, seguendo il segnavia, arriviamo ad un buon sent. che scende i prati di Fulciade, da qui lungo l’itinerario normale raggiungiamo il Passo S. Pellegrino (1907 m) dove pernotteremo per un meritato riposo. - Domenica 11 agosto – 6ª tappa: dal Passo S. Pellegrino al rif. Volpi al Mulaz
Dislivello: 1100 m in salita – 500 m in discesa – Tempo di percorrenza: ore 7/8
Siamo ormai agli sgoccioli del trekking, lentamente ma inesorabilmente i giorni passano e la penultima tappa è arrivata. Dall’Ospizio (serviva un tempo per il ricovero dei viandanti, ora in abbandono) prendiamo il sent. n° 628 passando sotto la cabinovia di Col Margherita, si prosegue in salita verso sud-est su terreno erboso con radi mughi e roccette, sbucando su una pista da sci. Seguiamo la larga insellatura a sinistra di cima Margherita, saliamo per ripido sentiero alla sella (2300 m) e ci affacciamo su una distesa di magri pascoli disseminata da grossi blocchi di granito. Seguiamo tracce di sentiero che attraversano la valle, tenendoci sulla destra (grande panorama sulla Civetta, sul Pelmo e le Pale di S. Martino). Al termine della traversata si giunge nell’ampia Forcella Predazzo (2220 m). Ora prendiamo il sentiero 751 che sale con svolte sul franoso versante nord di Cima Veneggia (2217 m). A questo punto facciamo il nostro ingresso nel Parco Naturale di Paneveggio e delle Pale di S. Martino. Si sale a sinistra su cresta erbosa, di fronte all’imponente parete del Mulaz e ci si dirige verso i Fochet di Focobon. Per ripide serpentine si giunge a una ripida conca nevosa e a uno spiazzo erboso, poi, su percorso attrezzato, si arriva alla selletta del passo Arduini (2582 m). Breve tratto di discesa e siamo al rifugio Volpi (2571 m), sosta appagante e riposo assicurato. - Lunedì 12 agosto – 7ª tappa: dal Rifugio Volpi-Passo Rolle.
Dislivello: 500 m in salita – 950 m in discesa (con salita al Mulaz) – Tempo di percorrenza: ore 4.30
Dislivello: 160 m in salita – 687 m in discesa (per sentiero normale) – Tempo di percorrenza: ore 2.30
Ultima fatica e siamo proprio giunti al termine del nostro percorso, si potrebbe concludere con la bella salita alla cima del Mulaz (facoltativa) o proseguire per sentiero normale fino al passo Rolle. Dal rifugio si sale su ghiaia al passo Mulaz (2619 m), varcatolo e raggiunta la testata della Val Veneggia, si scende in direzione sud-ovest per ripidi ghiaioni verso il vallone del Campigol della Vezzana fino a dei grossi massi presso i quali nasce il torrente Travignolo. Il sentiero taglia i tornanti di una strada militare e raggiunge Baita Segantini. Il percorso si accorcia sempre di più e in meno di un’ora siamo al passo Rolle (1980 m) fine del nostro trekking.
N.B. Per poter riservare i posti nei rifugi e hotel è indispensabile effettuare la prenotazione entro lunedì 15 luglio con il versamento di un anticipo di € 50.00.