Data | 28 agosto | Equipaggiamento | Normale equipaggiamento da escursionismo |
Zona | Gruppo del Baldo | Direttori gita | Flavio Baldi – Mirco Forte – Giorgio Benetti |
Dislivello | 1150 m + 150 m di ferrata | Orario partenza | Partenza alle ore 7.00 dal piazzale Pieve di S. Maria di Camisano per Verona, Affi, Costermano, S. Zeno di Montagna, località Prada. |
Difficoltà | EE (per la ferrata EEA, breve ma impegnativa) | Mezzo di trasporto | Mezzi propri |
Introduzione
Con la sua lunga dorsale di circa 37 chilometri, la catena del Monte Baldo separa la Val d’Adige dalla grandiosa fossa occupata dal Lago di Garda, profondo ben 346 metri, creatosi con il ritiro dell’immenso ghiacciaio circa 10.000 anni fa. Il massiccio del Monte Baldo si eleva per oltre 2000 metri, la sua massima altezza culmina con la serie di cime la più alta delle quali è Cima Valdritta, il tetto del Baldo con i suoi 2218 metri. La sua fama deriva dalla grande ricchezza non solo paesaggistica ma anche naturalistica, nello straordinario connubio tra lago e montagna.
Sintesi dell’escursione
Dal parcheggio presso l’area di pic-nic Prada/Costabella si procede a piedi e dopo circa 500 mt si trovano le indicazioni relative al sentiero 654 che porta al Rifugio Barana/Telegrafo. Il percorso comincia su un bel sentiero nel bosco e continua lungo una mulattiera per arrivare ad una specie di laghetto artificiale (1300 m). Da qui si entra nuovamente nel bosco per giungere poi ad un bivio(1565m), si prende il sentiero di sinistra, meno faticoso, in direzione del Forcellino, che permette vari scorci sul lago di Garda. Il sentiero di dx verrà percorso al ritorno. Giunti al rifugio (2147 m) ci si divide e il primo gruppo continua verso la vicina Punta Telegrafo (2200 m). Il secondo gruppo si dirige verso l’evidente cima delle Buse, ed in circa 20 minuti sul sentiero 658, arriva alla forcella alla cui destra c’è la targa della via ferrata. L’inizio è circa 80 mt più in basso, nel brutto, franoso e ripido canale sottostante che rappresenta la parte più sgradevole dell’intera escursione. L’attacco ci regala subito un gran bel camino, ben attrezzato con parecchio ferro, aereo e divertente. Alla fine si va in traverso a destra, su risalti facili e ben attrezzati e si prosegue fino ad arrivare al passaggio chiave di tutta la via ferrata: il famoso gran diedro. Si tratta di una formazione rocciosa notevole, lunga almeno 50 m, molto esposta. Il diedro è molto divertente, molto ben attrezzato, aereo, con i pioli a volte distanti tra di loro, e per questo si rivela fondamentale l’uso del cordino corto per sostare. All’uscita si ritrova una debole traccia che obliquando a sx scansa qualche roccetta (libro di via un po’ nascosto sotto una roccia) e ci porta in poco tempo sulla Cima delle Buse (2155m). Si discende quindi sul sent. 658 per ritornare al rifugio dove ci aspetta una ben meritata sosta.
Per il ritorno si ripercorre per un breve tratto l’itinerario di salita fino a raggiungere un bivio(1960m) e, prendendo il sentiero di sinistra, si scenderà verso il Baito Malmaor (1880 m) e quindi lungo la Valle delle Pré raggiungeremo il bivio incontrato al mattino a m 1565, e quindi, sul percorso di andata, faremo ritorno al parcheggio (sosta ristoratrice nell’area attrezzata – a buon intenditor….).
Per il ritorno si ripercorre per un breve tratto l’itinerario di salita fino a raggiungere un bivio(1960m) e, prendendo il sentiero di sinistra, si scenderà verso il Baito Malmaor (1880 m) e quindi lungo la Valle delle Pré raggiungeremo il bivio incontrato al mattino a m 1565, e quindi, sul percorso di andata, faremo ritorno al parcheggio (sosta ristoratrice nell’area attrezzata – a buon intenditor….).
N.B. Per la ferrata obbligatorio set completo da ferrata omologato e caschetto (utile un corto cordino per le soste).
C’è la possibilità di completare la salita al rifugio attendendo la ricomposizione della comitiva.
C’è la possibilità di completare la salita al rifugio attendendo la ricomposizione della comitiva.
[nggallery id=9]